Storia di Tropea |
E' riduttivo se chi viene a Tropea fa solo vita di mare. Bisogna, invece, conoscerla e viverla nelle sue tradizioni per apprezzarla veramente.Conoscere la storia di Tropea, significa entrare nel percorso umano e nella cultura calabrese che è più antica di quanto comunemente si creda se si fa riferimento ai ritrovamenti archeologici delle grotte di Scalea o al graffito di Papasidero che riportano, infatti, a insediamenti umani sin dal Paleolitico.Prima della colonizzazione greca ( tra l'VIII e il VII sec. a.C.) gli antichi abitanti furono gli Enotri,, i Morgeti e gli Itali. La colonizzazione ellenica disegnerà una nuova realtà, destinata a incidere profondamente nella storia sociale, economica e culturale del territorio: è il periodo di Pitagora, Milone, Zaleuco.In una seconda fase saranno i Romani ad occupare la Calabria. Ed è, purtroppo, in questo periodo (II a.C.) che le nostre montagne vengono depauperate con gravi mutilazioni e disastri ambientali. Con il latifondo romano si svilupperanno grandi aree malariche e interi territori verranno abbandonati per secoli. Con lo sgretolarsi dell'Impero Romano, la Regione sarà vittima di continue invasioni. Bizantini e Longobardi si contenderanno la Calabria. Tropea, fu sotto la sovranità bizantina per più di mezzo millennio (dalla prima metà del VI sec. fin dopo la metà dell'XI sec.), dalla cui civiltà, continuatrice di quella greca, fu enormemente influenzata.
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La dominazione Normanna |
In Calabria, dopo la dominazione Normanna, ci sarà quella degli Angioni, degli Aragonesi e degli Spagnoli, la cui politica, prettamente feudale, renderà difficile la vita della popolazione, con tasse e balzelli insopportabili.Tropea, invece, era città demaniale e quindi non soggetta ad alcun signorotto. Ciò era un privilegio e che lo fosse lo dimostra chiaramente, per es., il censimento del territorio del Regno di Napoli del 1743; su 2765 città soltanto 50 erano demaniali e fra queste, appunto, Tropea.Dopo l'abolizione della feudalità, l'Italia fu livellata secondo nuovi principi. Con la conquista Normanna viene iniziata, a Tropea, la rilatinizzazione, anche se la lingua greca verrà usata ancora per lungo tempo. Nel 1066, per es., la sede episcopale tropeana era occupata dal greco Kalokiro. A lui, infatti, si rivolse Sikelgaita, moglie di Roberto il Guiscardo, per sfuggire dal cognato Ruggero d'Altavilla, falsamente accusata di aver fatto assassinare il fratello Roberto, a Mileto. Per lungo tempo, dunque, il rito bizantino rimase in uso se per i fedeli latini fu necessario costruire una chiesa fuori la città, ( S.Maria dei Latini, situata presso l'odierno Calvario).
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Il centro urbano di Tropea crebbe vigorosamente nel corso dei primi secoli del Basso Medioevo, tanto che nel 1276 la sua popolazione contava più di 5000 abitanti e a superare in dimensioni città come Reggio Calabria.Già nel 1500 la società tropeana può considerarsi una società colta; è di questo periodo, infatti, la nascita di un'accademia letteraria: L'Accademia degli Affaticati che accoglieva, soprattutto, patrizi ed esponenti del ceto onorato. Tropea, al pari di Napoli, aveva un sedile della nobiltà locale; a questo si affiancherà un secondo ceto, quello degli onorati del popolo. Ai due ceti era riservato il governo cittadino. La vivacità culturale è evidenziata, inoltre, dall'eleganza rinascimentale e dalla sontuosità barocca di molti palazzi nobiliari.
La generale crisi economica del '600 colpirà anche Tropea, soprattutto nei suoi commerci. La conseguenza più grave questa crisi per la cittadinanza tropeana consisterà nei ripetuti tentativi di vendita dell'insieme demaniale di Tropea. Nel 1612 Tropea venne ceduta al principe di Scilla, Vincenzo Ruffo. tropea non subì passivamente, inviò, infatti, alla corte di Spagna il giureconsulto Luigi lauro, tropeano, a perorare la causa per cui, si arrivò alla rescissione della vendita, grazie anche al concorso di tutta la popolazione tropeana nel pagamento del riscatto: Tropea torna, così, libera!Ci furono comunque altri tentativi di infeudare Tropea, tutti falliti, per la volontà che accomunava tutti i ceti sociali, di difendere lo status demaniale.
Tropea, a causa del terremoto del 1783 e di epidemie, perderà quella condizione di vantaggio acquisita grazie ai commerci marittimi internazionali. I Borboni, infatti, avevano cercato di far decollare Tropea dal punto di vista economico, ma tutto ciò sarà inficiato, dal terribile terremoto. Dopo i fermenti politici della Rivoluzione Francese, nel 1800 il Sedile di Portercole, nonostante le dimostrazioni dei nobili, venne abolito divenendo, invece, sede della nuova amministrazione cittadina.Nel decennio napoleonico, Tropea rivedrà un ruolo decisamente importante; infatti, non solo venne confermata capoluogo di circondario ma avrà anche un ruolo strategico dal punto di vista militare. Tropea, come del resto tutto il suo circondario, sarà coinvolta nella storia dell'unità di Italia.
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